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Facebook: abbiamo sperimentato con le emozioni, ecco perché

Facebook: abbiamo sperimentato con le emozioni, ecco perché
Laura Ceridono

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Uno studio effettuato da alcuni ricercatori di Facebook è al centro delle polemiche nelle ultime ore. La ricerca, pubblicata recentemente, mostrava che le emozioni pubblicate su Facebook sono contagiose per gli altri utenti.

Per realizzare l’esperimento sono stati modificati i risultati del News Feed su un campione casuale di 689.003 utenti Facebook, per una settimana, dall’11 al 18 gennaio 2012. Durante quel periodo è stata leggermente cambiata la frequenza con cui le parole associate a stati d’animo positivi o tristi venivano mostrate nel News Feed.

Gli utenti coinvolti non erano al corrente di essere i soggetti di un esperimento. Soprattutto, non avevano idea che Facebook stesse manipolando le notizie che apparivano nella home page per studiare le loro emozioni. Proprio questo è stato l’elemento scatenante delle polemiche.

Molti, infatti, non hanno gradito l’idea che Facebook possa modificare a suo piacimento quello che appare nella nostra sezione di Notizie.


Ma, come riporta il Telegraph, quando ci si iscrive a Facebook si accetta che il social network possa eseguire “operazioni interne, tra cui la risoluzione dei problemi, l’analisi dei dati, prove, ricerca e miglioramento del servizio”.

Per rispondere alle polemiche, uno degli autori dello studio, Adam D.I. Kramer, ha scritto un post pubblico su Facebook, riconoscendo che le motivazioni della ricerca non erano espresse chiaramente. Kramer ha però spiegato che l’indagine è nata perché “ci interessa l’impatto emotivo di Facebook“.

Kramer ha sottolineato anche che “non sono stati nascosti i post di nessuno” e che l’impatto reale dell’esperimento è stato ridotto al “minimo necessario statisticamente identificabile”.

I ricercatori, sostiene Kramer, hanno ritenuto importante indagare l’influenza dei commenti positivi e negativi. I post negativi, come dimostra lo studio, lasciano agli utenti una sensazione di esclusione, “che potrebbe spingere le persone a evitare di aprire Facebook”.

Le persone coinvolte sono state circa lo 0,04% del totale degli utenti. Un impatto minimo sul popolo di Facebook. Ma quello che forse è più preoccupante sono le eventuali conseguenze dello studio: se il social network teme che le emozioni negative allontanino gli utenti, in futuro Facebook potrebbe deliberatamente nascondere i post troppo negativi.

Il futuro è roseo. O comunque, se non lo è, non lo sapremo mai…

Via: The Telegraph

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