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I post privati di Facebook possono diventare pubblici, con Storify

Laura Ceridono

Laura Ceridono

  • Aggiornato:

storify logoAncora una volta si torna a parlare di privacy e Facebook, due mondi che sembrano destinati a non incontrarsi mai.

Questa volta nell’occhio del ciclone c’è Storify, una social web app che permette di creare delle storie a partire dai contenuti trovati nel web, inclusi i tweet e i post di Facebook. Dal suo lancio nel 2011, Storify è diventato uno degli strumenti preferiti da blogger e giornalisti digitali per raccogliere foto, video e aggiornamenti di stato da tutto il web in un formato facile da leggere e accattivante. E fino a qua tutto bene. Il polverone è iniziato quando Julie Pippert, direttrice di Artful Media Group, ha reso noto un bug di Storify che rende pubblici gli aggiornamenti di stato, i link e le foto pubblicate su Facebook, anche il contenuto classificato come privato…

Infuria la polemica, ma i fondatori di Storify ribattono “noi permettiamo ai nostri utenti di divulgare quello che trovano in rete. Spetta a loro usare questo potere con responsabilità“.

Il problema nasce utilizzando l’estensione ufficiale di Storify per Google Chrome. Una volta installato il plugin, accanto alle classiche voci Mi piace – Commenta – Condividi troveremo una opzione, chiamata Storify. Un click e voila, tutto quello che i nostri contatti pubblicano su Facebook può essere divulgato al resto del mondo tramite Storify.

problema privacy facebook con storify

E questo vale anche per aggiornamenti di stato, foto e link che sono stati pubblicati con l’opzione “condividi solo con gli amici”. In soldoni, i nostri post privati possono diventare di dominio pubblico.

Come se non bastasse, né Facebook né Storify forniscono alla “vittima” alcuna notifica della condivisione e non esiste per gli utenti di Facebook un modo per limitare la condivisione dei loro contenuti su Storify.

Le polemiche hanno ovviamente fatto il giro della rete in pochissime ore.

Ma i fondatori di Storify non ci stanno a diventare i nemici pubblici della privacy, e hanno commentato la vicenda sul loro blog ufficiale.

Attraverso il nostro plugin di Chrome gli utenti possono effettivamente raccogliere testi, foto e video da tutto il web, inclusi quei contenuti di Facebook che non erano stati pensati per un pubblico più amplio della propria cerchia di amici. Questo si può fare con Storify, ma anche semplicemente copiando e incollando il testo o facendo uno screenshot del contenuto.
Nell’era di Internet, crediamo fortemente nella libertà di espressione e nella democratizzazione dei media. Chiunque può pubblicare qualcosa in rete e raggiungere un audience globale. Ma questo significa anche che tutti noi dobbiamo usare questo potere con responsabilità. Dall’altra parte, dobbiamo anche essere consapevoli che quello che pubblichiamo può essere facilmente essere condiviso su scala più amplia. Devi pensare bene a quello che vuoi postare, specialmente su Facebook e quando usi il tuo vero nome.


Riflessioni interessanti, certo, destinate ad alimentare ulteriormente l’annoso dibattito: Facebook non tutela la nostra privacy oppure sono gli utenti che devono rendersi conto che quello che si condivide in rete non può mai essere del tutto “privato”?


Tu come la pensi?

Laura Ceridono

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