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Vine, Twitter e i video porno. Storia di un’app vietata ai minori. O no?

Laura Ceridono

Laura Ceridono

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Vine si aggiorna e ora integra la condivisione dei video su Twitter e Facebook. Ma, soprattutto, l’update alla versione 1.0.5 introduce la restrizione d’età. Ora Vine è classificato come 17+, cioè come app consigliata ai maggiori di 17 anni. Riuscirà questa mossa a placare le polemiche sui contenuti pornografici?

Cerchiamo di capire cos’è Vine, e perché ultimamente non si parla d’altro…

Vine, chi era costui?

Vine è un’applicazione per iPhone che permette di registrare video con audio lunghi al massimo 6 secondi e di caricarli su Twitter o Facebook.

Solo 6 secondi, è vero, poco più di una GIF animata, ma anni luce avanti per Twitter, che fino ad ora non permetteva lussi multimediali ai suoi utenti.

Vine è un modo semplice e divertente per comunicare attraverso le immagini.

Ma, meraviglie audiovisuali a parte, Vine si caratterizza anche per la possibilità di condividere e visualizzare, senza particolari restrizioni, quel tipo di video che da sempre è il più cercato su internet… Il video porno.

Cosa è successo esattamente, e perché tutti parlano di Vine?

Nelle scorse settimane Vine si è reso popolare perché permette ai suoi utenti di trovare contenuti per adulti attraverso semplici hashtag, come #porn o #vineporn.

Come se non bastasse, pochi giorni dopo un video porno è finito nella sezione di Vine chiamata Migliori video . Il filmato è stato rimosso poco dopo, con le scuse da parte del team di Vine, che ha attribuito l’episodio a un semplice “errore umano”.

Per mettere a tacere le polemiche, che nel frattempo rimbalzavano per la rete a velocità supersonica, gli sviluppatori di Vine hanno inserito restrizioni sulla ricerca, per cui ora digitando #porn non si trova più nulla. Peccato che si trovino migliaia di altri hashtag altrettanto ovvi e che, quindi, visualizzare filmati pornografici su Vine è ancora un gioco da ragazzi.

A proposito di ragazzi, l’ultimo update di Vine ha introdotto il limite di età. L’app ora è consigliata solo ai maggiori di 17 anni e, quando si accede all’applicazione, un popup avvisa gli utenti che Vine può contenere materiale destinato a un pubblico adulto.

Bene o male purché se ne parli?

Un po’ poco forse come filtro. Se Vine vuole davvero mettere a tacere le polemiche deve forse migliorare il sistema di protezione per i minori ed evitare, in futuro, “errori umani” come quello di mettere un video porno nella sezione Migliori video.

Ma è vero anche che i contenuti porno sono ovunque in rete, e assai facilmente accessibili. Ma questo non impedisce agli utenti di navigare su internet e a nessuno è mai venuto in mente di abolire il World Wide Web solo perché pullula di materiale XXX.

Inoltre, Vine è un’app davvero interessante, raccoglie l’eredità di Cinemagram e unisce le capacità espressive del video alla viralità del social network, e ha molte potenzialità per diventare l’Instagram dei video.

È talmente interessante che potrebbe diventare un buon motivo per trascinare su Twitter anche chi fino ad ora aveva resistito al fascino del social network del passerotto.

Le polemiche di questi giorni sono servite ad attirare l’attenzione su Vine. Bisogna vedere se sarà in grado di rimanere al centro del palcoscenico anche quando le luci del “porno-gate” si spegneranno…

Tu, cosa ne pensi? Sei già un utente Vine?

Laura Ceridono

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